Cascina del XVIII secolo

Pino Torinese TO, 2002-2005

Cliente: Privati

 

Progetto e direzione lavori delle opere strutturali

La presenza di questo complesso edilizio rurale è attestata già nel XVIII secolo dalla mappa della nuova strada per Chieri (attualmente via Valle Balbiana) dove viene denominata “Cassina del Sig. Conte St Raffaelle”, mentre nelle mappe del Catasto Rabbini (1861) è chiamata “Cascina Rovareto”. La forma planimetrica ad elle è da considerarsi originaria con una manica (disposta in direzione Nord-Ovest/Sud-Est) destinata a fienile, stalle e ricovero attrezzi e l’altra prevalentemente utilizzata come residenza dei proprietari o fittavoli. L’utilizzo dell’ampio forno per il pane a servizio anche delle altre cascine vicine, risultava ancora testimoniato a metà del XX secolo.

Il progetto di ristrutturazione ha coinvolto l’intero complesso con la realizzazione di due distinte unità immobiliari ed il frazionamento del terreno.

 

Carta Topografica della Strada tendente da Torino a Chieri passando per la Collina (estratto) – XVIII secolo – La cascina è denominata “Cassina del Sig. Conte St. Raffelle” e già presenta la forma ad elle mantenuta nelle epoche successive

Catasto Rabbini – Pino Torinese (estratto) – 1853/1870 – La cascina, sempre con la forma ad elle, risulta denominata come “Cascina Rovareto”, risultando chiaramente collegata alla soprastante Vigna Rovareto della quale costituiva l’annesso rurale

Nuove strutture in cemento armato e rinforzi strutturali

Le strutture portanti e la copertura delle parti rustiche (fienili, stalle e ricovero attrezzi) presentavano evidente stato di degrado nonché un basso livello di qualità edilizia risalente già all’epoca della costruzione. In particolare le murature risultavano costituite da mattoni poco cotti e legati con una malta ricca di terra e povera di calce. Il progetto ne ha quindi previsto l’inevitabile demolizione con il recupero degli elementi costruttivi di maggior pregio come le capriate in legno della copertura e parte dei coppi in laterizio. La parte “a civile” del complesso si presentava invece discretamente conservata e di livello qualitativo superiore sebbene anche la relativa copertura richiedesse interventi consistenti (anche in questo caso si sono recuperate le capriate originarie e parte dei coppi).
Per la ricostruzione della manica demolita è stata progettata e realizzata una struttura portante mista in cemento armato ordinario e muratura portante armata (blocchi semipieni Poroton da 30 cm di spessore).
Per la manica “a civile” si è invece intervenuti localmente con limitati interventi di rinforzo, la realizzazione di vespai, l’inserimento di una nuova scala interna e l’aggiunta di un avancorpo sul lato Nord (garage e deposito) con struttura in cemento armato.
A completamento dell’intervento sono stati realizzati muri contro terra in cemento armato per il contenimento del terreno e la realizzazione dei nuovi ingressi carrabili alle due proprietà.

Coperture in legno

Le coperture dell’intero complesso sono state integralmente demolite e ricostruite recuperando esclusivamente le capriate in legno originarie che hanno richiesto unicamente piccoli interventi di restauro e la riorganizzazione degli interassi in funzione dei nuovi carichi di progetto. Ad integrazione di queste sono state installate due nuove capriate delle quali una di grosse dimensioni disposta in corrispondenza dell’angolo tra le due maniche dell’edificio. I correnti sono stati invece sostituiti con nuove travi di castagno uso fiume, mentre per l’orditura secondaria (puntoni) si sono utilizzate travi a quattro fili. Il nuovo manto di copertura è stato realizzato prevalentemente con i coppi di recupero che tuttavia hanno richiesto consistenti integrazioni con elementi provenienti da altre demolizioni.